Ho conosciuto Riccardo Quagliuolo, Manager & Head of PR di S.i.con grazie alla passione che ci accomuna rispetto alle tematiche di sostenibilità ed all’impegno quotidiano di Riccardo nel volersi migliorare e nella volontà di rendere il suo business sempre più attento all’ambiente.
Quando gli ho chiesto di intervistarlo, è stato felice di potermi raccontare e condividere la storia della sua azienda, così è nato questo bellissimo dialogo!
Ma veniamo a noi!
L: Raccontami della tua azienda.
R: La S.i.con è stata fondata da mio padre negli anni ’80, avendo avuto l’intuizione che i contenitori in PET avrebbero cambiato radicalmente gli usi e i costumi delle famiglie italiane.
S.i.con (acronimo di Società Italiana Contenitori), fondata nella provincia di Messina, inizia nel 1983 la produzione di preforme in PET per il mercato delle bibite e acque minerali maturando una grande esperienza nel settore. Dal 2001 al 2008 Sicon è azionista con una quota di minoranza del capitale sociale di SOCIB (imbottigliatore della The Coca-Cola Company) con coinvolgimento nelle operazioni di produzione e distribuzione. Dal 2008 in poi, inizia per S.i.con un nuovo processo di trasformazione dedicando la produzione alle sole preforme. Vengono effettuati ingenti investimenti per incrementare la produzione e portarla ai massimi livelli qualitativi. Sicon oggi produce quasi 900 milioni di preforme all’ anno con un diversificato portafoglio clienti. La società ha sede legale e uffici direzionali a Milano, mentre lo stabilimento e la sede amministrativa si trovano a Pace del Mela (ME) – Zona Industriale di Giammoro.
La tipologia di preforme prodotte da Sicon ha una varietà di grammatura che passa da un minimo di 10.3 a un massimo di 40,20 grammi. I filetti (“neck-finish”) utilizzati comprendono i consolidati PCO 1881 e ALASKA per arrivare fino agli innovativi alleggerimenti HEXALITE e GRAVITY.
Gli impianti presenti nel nostro stabilimento sono tutte presse di ultima generazione ad alto livello tecnologico. Gli stampi utilizzati sono a 96 (2) e 72 cavità. Il fornitore di queste attrezzature (HUSKY) è leader del mercato nel settore stampi e presse a iniezione.
La S.i.con è certificata dal 2003 come UNI EN ISO 9001:2015 (Qualità), dal 2007 come UNI EN ISO 14001:2015 (Ambiente) e dal 2013 come BRC PACKAGING e successivamente BRCGS PACKAGING MATERIALS versione 6 (Sicurezza Alimentare). Oggetto dei certificati UNI EN ISO è riferito alle attività di “sviluppo, produzione e vendita di preforme in PET mediante processo di stampaggio”. Il certificato BRCGS ha invece come oggetto la “Produzione di preforme in PET mediante processo di stampaggio per soft drinks e acque minerali”. Tutto il Sistema Qualità e il reparto Produzione sono supportati da un moderno laboratorio interno in cui ogni giorno vengono effettuate le seguenti prove e analisi: Controllo del livello di Acetaldeide: il controllo viene eseguito direttamente sulla bottiglia precedentemente soffiata da una piccola soffiatrice “in-house”.
L: Quale è la vostra idea di sostenibilità e come avete pensato di applicarla?
R: La nostra idea di sostenibilità è legata a una strategia verso il miglioramento dell’efficienza energetica attraverso l’utilizzo di energie alternative e rinnovabili. Il controllo delle emissioni di gas nocivi ed inquinanti, l’utilizzo efficiente di energia, materie prime e risorse idriche e il riciclaggio di prodotti di scarto ed imballaggi sono alcune delle soluzioni che abbiamo intrapreso per rendere la nostra azienda sostenibile. L’ economia circolare è la direzione che abbiamo deciso di intraprendere in equilibrio con le risorse disponibili e senza distruggere il pianeta che ci ospita. La necessità maggiore, in questo senso, può essere ricondotta ad un obiettivo principale: ridurre gli scarti, dobbiamo e vogliamo ridurre gli sprechi. Abbiamo pensato di applicare la nostra filosofia di sostenibilità impiegando ENERGIE RINNOVABILI : l’azienda ha investito 1. IMPIANTO DI COGENERAZIONE A GAS METANO: permette di ottimizzare l’utilizzo di energia producendo contemporaneamente energia elettrica, termica e frigorifera necessarie all’intero fabbisogno dello Stabilimento. In questo modo si ha un’importante riduzione di CO e NOx in atmosfera dovuta al minor consumo di energia primaria. La cogenerazione è riconosciuta a livello globale come la migliore applicazione tecnologica per garantire efficienza energetica e conseguente sostenibilità ambientale. 2. IMPIANTO FOTOVOLTAICO: sul tetto dello Stabilimento è installato un impianto fotovoltaico che consente la produzione di energia elettrica pari a 400.000 kWh all’anno. SOSTENIBILITA’ DEL PACKAGING 1. IMPIANTO GRAVIMETRICO: l’azienda è dotata di un impianto gravimetrico che le consente di utilizzare, in produzione, contemporaneamente resine diverse e/o “rPET” a seconda delle specifiche richieste dei clienti.
L: Fare impresa in modo sostenibile: da dove partiamo?
R: Per fare impresa in modo sostenibile bisogna passare sempre anche attraverso i propri dipendenti. Migliorare la sensibilità del personale verso tematiche legate alla sostenibilità e al risparmio di energia è una strategia vincente. Quando parlo di sostenibilità d’impresa, intendo qualcosa di volontario, che l’azienda mette in campo al di là del raggiungimento della compliace quindi si parte dalle piccole cose come l’attenzione a non sprecare acqua dai rubinetti, nelle docce, a gestire il proprio luogo di lavoro in maniera sostenibile. Questo si riflette anche nella qualità della vita lavorativa dei nostri dipendenti perché abbiamo sperimentato che un luogo di lavoro pulito, dove tutto è in ordine, le procedure sono sempre a bordo macchina e gli spazi comuni sono igienizzati permette di avere tranquillità mentale. La sostenibilità passa anche da questo, ovvero dal fatto di poter partire dai piccoli gesti e farli propri per poi abbracciare una cultura aziendale più strutturata ma che, a quel punto, diventa quasi automatica (familiare).
L: Avere il medesimo obiettivo ci rende tutti più responsabili, ma come si fa a fare impresa in modo sostenibile per chi parte da 0?
R: Uno spunto che posso dare è sicuramente seguire i seguenti fattori: la dimensione ambientale, quella sociale e quella economico-finanziaria. Un’azienda che vuole diventare sostenibile dovrà mettere a punto i propri obiettivi partendo proprio dalla dimensione ambientale. Dovrà includere nel marketing e nelle strategie imprenditoriali il fattore ambiente adottando comportamenti idonei e soprattutto conoscere a fondo la legislazione in materia presente sul territorio in cui opera. L’azienda sostenibile produce prodotti eco friendly che un consumatore attento oggi acquista molto volentieri, proprio per perseguire uno stile di vita più naturale e green. Quindi se è vero che un’impresa sostenibile non deve puntare al profitto come unico obiettivo, è anche vero che una politica rispettosa dell’ambiente genera a sua volta ottimi introiti economici. Un’azienda viene definita sostenibile quando le sue scelte d’impresa seguono comportamenti virtuosi, sia a livello ambientale che sociale. Si tratta di un percorso che l’azienda decide di seguire adottando strategie e modelli imprenditoriali mirati al benessere futuro del pianeta. Ciò significa orientare la produzione su una strada ben precisa, cercando di ridurre l’impatto dei processi produttivi sull’ambiente e realizzando prodotti che soddisfano i bisogni del consumatore finale.
L: Quali sono i valori che pensi siano imprescindibili per fare business mantenendo un focus sull’ambiente?
R: Per me sono quelli legati alla responsabilità sociale e sicurezza, ovvero come parte dell’azienda ci dobbiamo impegnare a condurre le nostre attività come membri responsabili della società civile.
Ci dobbiamo impegnare a operare in modo sicuro e responsabile e ad assicurare al nostro interno il pieno rispetto della normativa in materia di salute e sicurezza sul lavoro. La salvaguardia della salute e della sicurezza dei lavoratori e la protezione dell’ambiente, nonché il miglioramento continuo delle performance aziendali in tali ambiti, sono parte integrante della strategia aziendale, perseguita attraverso la minimizzazione dei rischi e la “promozione degli esempi positivi”. L’attenzione della nostra azienda è volta alla ricerca del miglioramento continuo dei processi operativi, per quanto attiene alla loro efficacia, efficienza, sicurezza e impatto ambientale, attraverso la programmazione annuale degli obiettivi di miglioramento e collaborazione con le Autorità competenti, all’interno del quadro normativo nazionale ed internazionale in materia di sviluppo sostenibile.
L: Cosa mi dici a proposito della tua cultura aziendale?
R: La mia concezione di cultura aziendale parte dal coinvolgimento e dal miglioramento continuo.
Dopo molti anni di lavoro e di studio tecnico e pratico ho fatto mia la cultura aziendale “ KAIZEN” (Metodo Toyota) e l’ho portata all’interno di tutti i processi aziendali. Kaizen è più un processo interno che accade nella cultura e nella mente. L’obiettivo è realizzare il potenziale di ogni persona, rompere lo status quo e in questo modo ottenere miglioramenti. Detto questo, un modo più preciso per definire Kaizen sarebbe come “auto-sviluppo continuo”. Al fine di raggiungere Kaizen, è necessario adottare la pratica dell’autocritica. Ciò significa che è necessario ritenersi responsabili e trovare un margine di miglioramento continuo anche se tutto procede secondo i piani. Credo fortemente, e l’ho potuto sperimentare sul campo, che l’adozione di questo tipo di mentalità dà la possibilità di rompere lo status quo e spingersi ai limiti. Mentre il pensiero positivo mostra tutto come un “successo”, sarà l’emozione negativa di “avrebbe potuto essere migliore” che indicherà la motivazione per migliorare continuamente e conquistare nuove vette. Per esempio, nel nostro sistema di produzione in catena di montaggio, in caso di anomalia, tutto il personale della linea dovrebbe arrestare la produzione in movimento . Quindi, il personale, insieme ai supervisori, suggeriscono un’opzione per risolvere l’anomalia. Da questi suggerimenti nascono nuove idee, nuovi reparti di soccorso, o nuove metodologie per impedire a monte il verificarsi di eventi bloccanti.
L: Riccardo, quali sono i tuoi progetti per il futuro?
R: I miei progetti per il futuro sono legati al tema della sostenibilità naturalmente e, quindi, a tutta la formazione specialistica che ne deriva.
Attualmente la mia azienda non ha mai preparato un Bilancio di Sostenibilità nonostante siamo stati valutati per tre anni consecutivi dalla piattaforma “Ecovadis” , che permette di valutare l’impatto dell’ azienda in termini di sostenibilità sulla base di dati concreti. Abbiamo ricevuto sempre dei punteggi molto elevati che ci hanno permesso di mantenere la Gold Medal (2019-2021). Il mio progetto per il futuro è pertanto quello di acquisire le nozioni necessarie che mi consentano di raccogliere tutti i dati e le azioni che già la nostra azienda ha e trasferirle in un Bilancio di Sostenibilità. Successivamente alla creazione di questo bilancio voglio implementare un sistema simile in Acqua Vera, che la mia famiglia ha acquisito l’anno scorso dal gruppo Nestlé Waters.
Il mio ruolo in azienda è di Responsabile del Sistema di Gestione Integrato ma mi rendo conto che le certificazioni di Qualità, Ambiente, Sicurezza Alimentare, seppur siano di grande aiuto, hanno bisogno di quel qualcosa in più per far sì che riflettano ancora meglio la nostra cultura aziendale.
Siccome sono consapevole che tutti i successi in tema di Sistema siano arrivati grazie agli sforzi di ognuno reputo che sarà una svolta storica coinvolgere tutti per la creazione di questo Bilancio di Sostenibilità. Inoltre fra quattro-cinque anni l’azienda si troverà di fronte ad un totale cambio generazionale pertanto voglio arrivare pronto a quel momento, iniziando come sempre dalle piccole cose.
L: Domandone finale, preparati! Dammi tre consigli che vorresti dare ad un altro imprenditore che decidesse di fare il tuo stesso percorso!
R: Dare consigli non è mai così semplice, ma proverò basandomi soprattutto sulla mia esperienza personale e professionale.
I consigli sono sicuramente umiltà, pazienza e determinazione. Essere umili, sembra banale ma trovo che sia la cosa più difficile in assoluto. La mia estrazione scolastica e professionale è stata molto camaleontica e mi trovo soprattutto a lavorare in ambienti produttivi dove far comprendere concetti di sostenibilità è molto difficile.
Con l’umiltà e la pazienza sono riuscito a interfacciarmi con qualsiasi persona cercando di far valere il mio pensiero ma soprattutto di ascoltare le persone. Con l’ascolto e la partecipazione si può ottenere tantissimo perché rendi le persone importanti; le rendi attive in un processo di cambiamento.
L: Grazie Riccardo del tuo tempo e del tuo contributo!
R: Grazie a te!