La finanza sostenibile rappresenta una delle frontiere più dinamiche e promettenti del settore finanziario contemporaneo. La sua evoluzione continua a essere alimentata da una crescente consapevolezza dei problemi ambientali e sociali e dalla pressione normativa e di mercato. In questo contesto, la finanza sostenibile non è solo un’opzione etica, ma una strategia finanziaria intelligente e necessaria per costruire un futuro più equo e sostenibile.
Tale disciplina si concentra sull’integrazione di criteri ambientali, sociali e di governance (ESG) nelle decisioni di investimento e gestione del rischio. Ma come è nata e si è evoluta la finanza sostenibile? Quali sono i principali sviluppi scientifici che hanno influenzato questa materia?
Dagli albori…
La finanza sostenibile ha le sue radici nel concetto di investimento responsabile, emerso negli anni ’60 e ’70 con i movimenti sociali e ambientali. Gli investitori cominciarono a considerare l’impatto sociale delle loro scelte finanziarie, dando origine a fondi etici che evitavano investimenti in settori controversi come il tabacco, le armi e il gioco d’azzardo.
Uno dei primi passi significativi è stato l’istituzione dei Principi per l’Investimento Responsabile (PRI) nel 2006, supportati dalle Nazioni Unite. Questi principi forniscono un quadro globale per incoraggiare l’integrazione dei criteri ESG nelle pratiche di investimento.
L’integrazione dei criteri ESG
Negli anni successivi, la finanza sostenibile ha guadagnato slancio con l’introduzione e la formalizzazione dei criteri ESG. I criteri ambientali considerano l’impatto di un’azienda sul pianeta, includendo aspetti come la gestione delle risorse naturali, le emissioni di carbonio e la sostenibilità energetica. I criteri sociali valutano come un’azienda gestisce le relazioni con i propri dipendenti, fornitori, clienti e comunità locali. Infine, i criteri di governance si concentrano sulle pratiche di gestione aziendale, inclusi i diritti degli azionisti, la trasparenza e l’etica.
Sviluppi scientifici e normativi
Numerosi studi scientifici hanno supportato l’importanza della finanza sostenibile. Un rapporto del 2015 della Harvard Business School ha dimostrato che le aziende con forti performance ESG tendono ad avere risultati finanziari migliori a lungo termine. Inoltre, una ricerca del Morgan Stanley Institute for Sustainable Investing ha rivelato che i fondi sostenibili possono offrire rendimenti competitivi rispetto ai fondi tradizionali, con una minore volatilità.
Sul fronte normativo, l’Unione Europea ha svolto un ruolo cruciale nell’avanzamento della finanza sostenibile. La strategia di finanza sostenibile della UE, introdotta nel 2018, mira a reindirizzare i flussi di capitali verso investimenti sostenibili, integrando i fattori ESG nei processi di gestione del rischio e promuovendo la trasparenza e la divulgazione delle informazioni ESG.
… verso il futuro
Oggi, la finanza sostenibile è un elemento chiave delle strategie di investimento di molte istituzioni finanziarie globali. Le aziende e gli investitori riconoscono sempre più l’importanza di adottare pratiche sostenibili non solo per motivi etici, ma anche per proteggere i propri investimenti contro i rischi a lungo termine legati al cambiamento climatico, alle disuguaglianze sociali e alla governance aziendale.
Innovazioni come i green bond, i social bond e gli impact investments stanno rivoluzionando il modo in cui il capitale viene allocato. I green bond, ad esempio, sono strumenti di debito emessi per finanziare progetti che hanno benefici ambientali positivi, come l’energia rinnovabile o l’efficienza energetica. Dal 2007, anno dell’emissione del primo green bond dalla Banca Europea per gli Investimenti, il mercato è cresciuto esponenzialmente, superando i 200 miliardi di dollari nel 2020.